Caos ad Atreju, Renzi litiga con tutti: portato via di peso da Crosetto. Cos’è successo

Il dibattito sull’autonomia regionale tenutosi ad Atreju, la manifestazione organizzata da Fratelli d’Italia, si è trasformato in un vero e proprio scontro verbale, catalizzato dalla presenza e dalle provocazioni di Matteo Renzi, leader di Italia Viva. L’ex premier ha condiviso il palco con esponenti di spicco della maggioranza, tra cui i ministri Roberto Calderoli e Maria Elisabetta Casellati, e il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli. L’atmosfera, inizialmente pensata per un confronto sulle riforme costituzionali, si è rapidamente surriscaldata, culminando in una serie di battibecchi incrociati e in una scenetta finale che ha coinvolto il ministro Guido Crosetto, aggiungendo un tocco di ironia fisica al tumulto politico.
L’attacco iniziale di Renzi sull’autonomia
Fin dai primi momenti, è stato Matteo Renzi a prendere l’iniziativa, puntando il dito contro Fratelli d’Italia e, in particolare, contro Fabio Rampelli, riguardo la loro presunta contrarietà storica all’autonomia regionale. Renzi ha ricordato ai giovani presenti di Atreju che l’Autonomia era tradizionalmente un tema osteggiato da Alleanza Nazionale, e ha citato le passate posizioni di Giorgia Meloni, accusandola di aver voluto addirittura abolire le regioni al tempo della riforma del Titolo V. La sua sfida era diretta: se FdI ha davvero cambiato idea, deve dimostrarlo in Parlamento. Questa mossa ha immediatamente creato la tensione desiderata, ponendo l’opposizione al centro del dibattito della maggioranza.

La reazione di Fabio Rampelli non si è fatta attendere. Il vicepresidente della Camera ha esordito ringraziando sarcasticamente Renzi per avergli fatto provare la stessa sensazione che i membri di FdI provano quando sono ospiti nei talk show di La7, un chiaro riferimento alla percezione di essere sotto attacco mediatico. Entrando nel merito, Rampelli ha difeso la proposta attuale, sostenendo che la riforma dell’autonomia è bilanciata da quella del premierato e che, a differenza del passato, ora il sistema è garantito grazie ai Livelli Essenziali di Prestazione, i famosi Lep. Tuttavia, Renzi ha continuato a insistere sull’incoerenza, promettendo di pubblicare un video in cui Giorgia Meloni esprimeva la volontà di abolire le regioni, e concludendo che cambiare idea è un segno di intelligenza. Rampelli ha replicato con una battuta secca: «Allora tu sei un fenomeno», chiudendo temporaneamente il loro scambio con un tono da schermaglia.
Lo scontro con Calderoli e Casellati
A questo punto, il ministro Roberto Calderoli ha cercato di intervenire per sedare gli animi e riportare l’ordine, chiedendo a Renzi se stesse facendo lui il moderatore al posto di Vespa. L’ex premier, però, non ha risparmiato neanche il leghista, definendo l’Autonomia al momento un “libro dei sogni” e augurandosi sarcasticamente che, se mai venisse realizzata, fosse “un po’ meno porcata delle altre cose che hai fatto”. Le provocazioni di Renzi si sono estese anche sul tema del premierato, dove, rispondendo a una domanda, ha commesso un errore sul ramo del Parlamento in cui la riforma era in discussione, affermando che la si stava ancora aspettando al Senato. La ministra Maria Elisabetta Casellati, ex presidente del Senato, ha colto l’occasione per bacchettarlo con eleganza: «Si vede che al Senato non ci sei mai…», un riferimento sottile al fatto che Renzi sia ora senatore ma forse meno assiduo o attento ai lavori specifici di Palazzo Madama.
La conclusione movimentata e l’intervento di Crosetto
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Il dibattito ha mantenuto un alto livello di acrimonia fino alla chiusura del panel. Renzi ha avuto un ultimo scontro con Casellati, accusandola di aver respinto un emendamento di Italia Viva sulle riforme istituzionali. Davanti ai mormorii del pubblico, il senatore ha alzato la voce, affermando che le riforme costituzionali si fanno “insieme” e che per lui essere fischiato è un vanto, perché combatte per le sue idee. A questo punto, il ministro Calderoli, spazientito, si è alzato dicendo a Renzi: «Matteo, hai finito il comizio». L’ex premier ha risposto con la sua celebre frase dell’epoca del referendum costituzionale: “Robertino, stai sereno”. La tensione, però, si è sciolta in una scenetta quasi teatrale durante le foto finali. Il responsabile Organizzazione di FdI, Giovanni Donzelli, ha preso il microfono per ringraziare Renzi, smentendo i fischi: «Qui non ti ha fischiato nessuno». Il climax comico è arrivato con l’intervento del ministro Guido Crosetto, che è salito sul palco e, con fare scherzoso, ha preso letteralmente in braccio Renzi per portarlo via, concludendo l’acceso dibattito con una nota di ilarità generale tra le risate di tutti i presenti. L’immagine di Crosetto che “sequestra” Renzi di peso è diventata il simbolo di un confronto che, pur essendo acceso nei contenuti, si è concluso con un gesto di simpatia burlesca.