Sondaggi politici, sorpasso inaspettato tra i leader: chi vola e chi crolla clamorosamente

Negli ultimi giorni il panorama politico italiano è tornato a muoversi con intensità, spinto da una nuova ondata di sondaggi che ridisegnano equilibri, confermano tendenze e alimentano interrogativi sul futuro immediato dei partiti. Gli istituti demoscopici registrano un clima nazionale attraversato da sentimenti contrastanti: da un lato la voglia di stabilità, dall’altro la ricerca ancora incerta di alternative credibili.
Le rilevazioni più recenti mostrano come l’elettorato premi nettamente le forze che appaiono compatte e riconoscibili, penalizzando invece i partiti percepiti come divisi o rallentati da tensioni interne. In questa cornice, le dinamiche tra maggioranza e opposizione rivelano una distanza che, salvo scossoni futuri, appare destinata a mantenersi. È dentro questo quadro che si inserisce l’ultimo sondaggio realizzato da Eumetra, una fotografia dettagliata che conferma la supremazia del partito di governo e, allo stesso tempo, certifica la difficoltà delle opposizioni nel ridurre il divario.
Politica, il nuovo sondaggio realizzato da Eumetra
La rilevazione, che circola da poche ore nei principali ambienti politici, sta già creando analisi, confronti e inevitabili preoccupazioni soprattutto tra le forze progressiste. I dati, letti nel loro complesso, indicano un Paese politicamente sbilanciato verso il centrodestra, ma anche attraversato da una competizione interna nella coalizione di governo che potrebbe rivelarsi determinante nei prossimi mesi.
Secondo l’indagine, se si votasse oggi Fratelli d’Italia guidato da Giorgia Meloni raggiungerebbe il 30,7% dei consensi, un livello che sfiora i massimi toccati dall’inizio della legislatura e che conferma un gradimento solido per la premier e per la linea politica del partito. Il Partito Democratico si attesterebbe al 22,1%: un recupero rispetto alle elezioni politiche precedenti, ma insufficiente a colmare l’enorme distanza che separa dem e meloniani. Il distacco di oltre otto punti vanificherebbe qualsiasi possibilità di competizione reale nel breve periodo.

Molto più pesante il dato del Movimento 5 Stelle, fermo al 12,9% e lontanissimo dai risultati ottenuti soltanto qualche anno fa: dieci punti sotto il Pd e quasi venti da FdI. Un arretramento evidente rispetto al 15% e oltre delle ultime politiche, che certifica una perdita progressiva di incisività. Nel campo del centrodestra, invece, si accende una sfida tutta interna tra Lega e Forza Italia: il partito di Antonio Tajani risulterebbe leggermente avanti con l’8,7%, mentre la Lega si fermerebbe all’8,1%.

Alleanza Verdi-Sinistra si collocherebbe al 6,7%, consolidando un risultato ormai stabile. Netto, invece, il rallentamento dei centristi: Azione si fermerebbe al 3,4%, Italia Viva al 2,4% e Noi Moderati all’1,1%. Considerando le coalizioni, il centrodestra nel suo complesso supererebbe il 47%, mentre il centrosinistra (Pd + M5s + Avs) non andrebbe oltre il 41%, segnando un divario significativo in termini di competitività.
