Garlasco, la perita incaricata dal Tribunale conferma che le tracce sulle unghie di Chiara Poggi sono compatibili con il Dna di Andrea Sempio
Dalla perizia disposta dal Tribunale di Pavia arriva una rivelazione che dopo 18 anni può riscrivere la storia del delitto di Garlasco. L’analisi effettuata dalla perita nominata dal gip nell’ambito dell’incidente probatorio, Denise Albani, ha confermato che le tracce trovate sotto le unghie di Chiara Poggi sono compatibili con il Dna di Andrea Sempio. Secondo i suoi consulenti, Armando Palmegiani e Marina Baldi, gli esiti non sarebbero rilevanti perché sono risultati “non particolarmente forti” a livello statistico su un Dna “degradato, parziale, misto e non consolidato”, oltre al tema del possibile “trasferimento” da un oggetto di quel profilo genetico, presente non da “contatto diretto”. Sulla stessa linea anche i consulenti della famiglia Poggi. Sempio, tramite fonti vicine, si sarebbe detto “amareggiato” per le indiscrezioni, sottolineando ancora una volta la sua “innocenza”.

Garlasco, il Dna di Andrea Sempio sulle unghie di Chiara Poggi
Secondo la genetista Denise Albani c’è “piena concordanza” tra le tracce trovate sotto le unghie di Chiara Poggi e il Dna di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta sul delitto di Garlasco.
La novità, riporta il Corriere della Sera, è contenuta nell’analisi biostatistica effettuata dalla perita e arrivata nella giornata di mercoledì 26 novembre in Tribunale a Pavia e alle parti.
Un risultato che conferma le conclusioni del consulente della procura di Pavia, Carlo Previderé, e di quello del condannato Alberto Stasi, Ugo Ricci, che avevano portato alla riapertura dell’inchiesta.
La perizia della genetista Denise Albani
Si tratta di una anticipazione della perizia disposta dalla gip di Pavia Daniela Garlaschelli nell’ambito dell’incidente probatorio nell’inchiesta che vede indagato Andrea Sempio per l’omicidio di Chiara Poggi.
La perizia definitiva verrà depositata da Denise Albani, genetista della polizia scientifica, nei prossimi giorni, a inizio dicembre.
E verrà discussa in Tribunale a Pavia il 18 dicembre.

Cosa dice l’analisi biostatistica
La compatibilità del Dna sarebbe stata confermata grazie all’analisi biostatistica, una tecnica che non era ancora disponibile durante le prime indagini sul Garlasco e il processo ad Alberto Stasi.
Secondo quanto riporta il Corriere, il materiale genetico trovato sulle unghie di Chiara Poggi è sovrapponibile con il Dna della linea maschile della famiglia Sempio.
L’analisi ha restituito una compatibilità di 12 marcatori sui 16 previsti, una quantità sufficiente per una comparazione ma non per determinare con certezza l’identità dell’individuo.
Nel materiale raccolto sotto le unghie della vittima ci sarebbero anche tracce di un secondo profilo genetico, ma in misura molto minore e non definita.
Ora si fa più complessa la posizione di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima indagato dalla Procura di Pavia per l’omicidio di Chiara Poggi.
ANSA riferisce che è indicato un valore alto di attendibilità relativo alla compatibilità della linea maschile della famiglia Sempio con il profilo genetico, non completo, trovato in particolare su un dito di Chiara Poggi.
La perita, Denise Albani, dovrà fornire le sue valutazioni entro il 5 dicembre.
La lettura, attualmente, sarebbe in linea con la consulenza della Procura di Pavia e con quelle della difesa Stasi.

Cosa sappiamo su “Ignoto 2”
Escluso, invece, un match dell’altro profilo, il cosiddetto Ignoto 2, con Stasi e con le altre persone a cui è stato prelevato il Dna, come gli amici del fratello di Chiara.
La reazione di Sempio
Andrea Sempio, secondo fonti a lui vicine citate da ANSA, si è detto “amareggiato” per l’uscita di indiscrezioni sui dati della perizia.
Il 37enne è sempre convinto, però, di poter “dimostrare“, attraverso il lavoro dei suoi consulenti e difensori, la sua “innocenza“.
La reazione dei consulenti
La reazione dei consulenti di Andrea Sempio è stata riportata da ANSA.
Secondo gli esperti Armando Palmegiani e Marina Baldi, nominati dagli avvocati Angela Taccia e Liborio Cataliotti, si tratta di dati biostatistici da cui risulta una compatibilità con l’aplotipo Y della linea paterna Sempio, ma sono risultati “non particolarmente forti” a livello statistico su un Dna “degradato, parziale, misto e non consolidato“, oltre al tema del possibile “trasferimento” da un oggetto di quel profilo genetico, presente non da “contatto diretto“.
La reazione dei Poggi
Un risultato quando è “in condizioni di criticità e non è consolidato” – perché il perito Francesco De Stefano nell’appello bis a carico di Alberto Stasi “l’ha ripetuto e non ha avuto lo stesso esito” – non è un “dato scientifico attendibile“.
Questa la posizione dei consulenti della famiglia Poggi, riportata da ANSA: se nel 2014 quel Dna trovato sulle unghie di Chiara dopo le analisi fu dichiarato “non consolidato” e non comparabile, quei dati documentali parziali non possono essere usati per una valutazione biostatistica, come fatto dalla perita nell’incidente probatorio, perché non hanno validità “scientifica” e sono “nulli“.
Come è finito il dna di Sempio sulle unghie di Chiara Poggi
Resta comunque sullo sfondo il tema del motivo per cui la traccia di Dna attribuita a Sempio sia finita sulle unghie di Chiara.
Le ipotesi sono:
- per contatto diretto, quindi negli istanti del delitto del 13 agosto 2007
- da trasferimento da un altro oggetto toccato da Sempio in altri momenti in cui ha frequentato casa Poggi, ad esempio (come ha sempre ricordato il 37enne) era solito giocare al pc con Marco Poggi, nella camera di Chiara