VESPA SMASCHERA IL GIOCO DELLA SINISTRA: “MELONI SEMPRE NEL MIRINO!”

La “Lady di Ferro” Italiana e l’Assedio Mediatico: Bruno Vespa Ridisegna la Verità
C’è un momento, nei talk show politici, in cui il copione prevedibile salta e la verità emerge prepotente, scomoda e tagliente. È successo nello studio di È sempre Cartabianca, dove Bruno Vespa, ospite di Bianca Berlinguer, ha deciso di non prestarsi al solito gioco al massacro contro il Presidente del Consiglio. Di fronte alle critiche sulla presunta “fuga” di Giorgia Meloni dalle conferenze stampa e sul suo carattere spigoloso, il decano del giornalismo italiano ha risposto con una difesa che è suonata come una sentenza per la sinistra e per una certa stampa militante.
“Margaret Meloni”: Il Paragone che Fa Tremare l’Opposizione
Mentre scorrevano le immagini dei cronometri che calcolano i minuti di silenzio della Premier, Vespa ha sorriso, sornione ma deciso. “Margaret Meloni”, ha esordito, evocando lo spettro della Iron Lady, Margaret Thatcher. Un paragone pesante, storico, che spazza via le polemiche da cortile. Per Vespa, la Premier non è una leader che si nasconde, ma una donna “sotto assedio”. Un assedio condotto non solo dagli avversari politici, ma da istituzioni ostili e da un sistema mediatico che non cerca risposte, ma scalpi.
La stoccata ai colleghi è arrivata puntuale e velenosa. “Non mi metto a fare il Formigli della situazione”, ha detto Vespa, prendendo le distanze da chi ha trasformato il giornalismo in un’ossessiva caccia all’errore. Ha ricordato che se Meloni taglia corto, spesso è per dovere – un aereo da prendere, un incontro con Confartigianato – e non per paura. Una doccia fredda per chi, in studio, cercava di dipingerla come una leader in fuga.
Le Trappole delle Conferenze Stampa

Ma il punto più alto dell’analisi di Vespa è stato lo smascheramento del “metodo” usato da molti giornalisti progressisti. Perché la Meloni dovrebbe sottoporsi a ore di interrogatori che non sono interviste, ma duelli? “Le domande non sono pungenti, sono costruite per lo scontro”, ha spiegato Vespa. I giornalisti non chiedono per sapere, chiedono per provocare, per farla sbroccare, per creare il caso. In questo scenario, evitare le “trappole” non è codardia, è legittima difesa politica. È la strategia di chi sa che ogni parola verrà usata come un’arma impropria.
Corona e la “Dolcezza” Impossibile
Il momento di tensione emotiva si è toccato quando Mauro Corona, con il suo consueto piglio da saggio della montagna, ha suggerito che la Premier dovrebbe essere “più dolce”, più elegante, per farsi amare anche dai nemici. Un consiglio paternalistico che Vespa ha rispedito al mittente con eleganza letale. “Giorgia Meloni è nata all’opposizione, ha combattuto una vita intera”, ha ricordato. Chiederle di diventare “zuccherosa” sarebbe come chiedere a un leone di miagolare.
La sua forza, ha sottolineato Vespa citando anche un aneddoto di Ignazio La Russa (“Hai sempre l’aria di chi è arrabbiato col mondo”), sta proprio nella sua autenticità. Meloni non indossa maschere, non sorride se non è felice, non finge cordialità con chi la vuole distruggere. E proprio come la Thatcher, non ha bisogno di essere “carina” per governare; ha bisogno di essere rispettata.
Conclusione: Un Avviso ai Naviganti

L’intervento di Bruno Vespa non è stato solo una difesa d’ufficio, ma un vero e proprio manifesto contro l’ipocrisia di un certo racconto mediatico. Ha svelato che dietro l’accusa di “scarsa democrazia” si nasconde spesso la frustrazione di chi non riesce più a dettare l’agenda. Meloni continuerà a fare la Meloni, “arrabbiata” e diretta, e Vespa sembra suggerire che, piaccia o no, è esattamente questo che la rende impermeabile agli attacchi di chi vorrebbe vederla piegata, o peggio, “dolce”.